Smart Working e Residenza Fiscale: come funziona per le tasse?
L’emergenza Covid ha incrementato il numero di aziende che permettono il lavoro da remoto.
L’approccio al lavoro si è modificato e sempre più soggetti possono trovarsi nella condizione di passare la maggior parte dell’anno fuori dalla loro abituale residenza fiscale.
Ci si chiede: se un soggetto che lavora in Smart working, ad esempio alle Canarie, per più di 183 giorni in un anno per un’azienda italiana e mantiene la residenza in Italia, ai fini fiscali dove deve pagare le imposte?
Smart Working e Residenza Fiscale: si esprime l’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate, con la circolare del 18/8/2023 n. 25, ha chiarito che la residenza fiscale della persona fisica è comunque determinata dal luogo dove detiene la sua dimora permanente e il suo centro di interessi vitali e affettivi.
Quindi se un soggetto lavora da remoto e decide di passare un periodo all’estero, questo non comporta una modifica delle residenza fiscale. Questo ad eccezione che non si sposti anche con i familiari, apra dei conti correnti, affitti con locazione lunga un’abitazione. In sostanza, metta in atto una serie di comportamenti che evidenziano la chiara intenzione di spostare anche i propri interessi personali all’estero.